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Milano, Mi, Italy
"La fotografia non è pura duplicazione o un cronometro dell'occhio che ferma il mondo fisico, ma è un linguaggio nel quale la differenza fra riproduzione e interpretazione, per quanto sottile, esiste e dà luogo a un'infinità di mondi immaginari". [Luigi Ghirri]

martedì 17 giugno 2014

PROGETTO D'ESAME

 Anime

Questo è il mio progetto per l'esame di Fotografia.
L'ho intitolato Anime perchè è quello che io ho visto nelle statue di gesso, troppo spesso melanconiche e malconce, che si trovano accumulate nei corridoi e nelle aule dell'Accademia.
Un'anima nascosta che me le ha fatte percepire come vive, come se ciascuna avesse una vita segreta a dispetto dell'incuria e dell'abbandono.
Incuria e abbandono incomprensibili perchè questi gessi hanno un passato glorioso.

Dai documenti dell'Archivio di Stato di Milano e dell'Accademia di Brera risulta  che i gessi braidensi costituiscono una collezione di diverse centinaia di pezzi fra statue e rilievi. Questa collezione è costituita da due gruppi: da un lato gli esempari antichi, copie classiche che sono entrate nell'Istituto nel periodo di tempo che va dalla  fondazione (1776) fino ai primi anni del 1800, dall'altro quelli  tratti da sculture rinascimentali, la cui acquisizione si è ulteriormente arricchita nel corso di tutto l'Ottocento.  A queste due collezioni si è aggiunta infine la preziosa raccolta degli originali in gesso dei maggiori scultori lombardi del secolo scorso.
Oggi queste statue, tranne quelle conservate nell'Aula Napoleonica, giacciono polverose, spesso mutilate e offese, coperte di graffi e di scritte e nere di polvere.

All'inizio del mio percorso fotografico sono stata colpita dal degrado. Ho iniziato il lavoro con un occhio più che altro documentaristico, fotografando le statue inserite nel contesto circostante.  Pensavo ad una sorta di documento-denuncia o quantomeno ad una rappresentazione scenografica dell'Accademia, con lo sguardo concentrato sui gessi disseminati un pò dovunque.
Mano a mano che procedevo, il lavoro ha preso una sua strada ben diversa dall'intento iniziale. Ho iniziato a "vedere" questi gessi, ad andare oltre la barriera della decadenza.
Ho così deciso di concentrarmi principalmente sui visi e sulle espressioni. Ho deciso di trattarli come ritratti, ho scelto un obiettivo da 85mm, per stringere il campo e li ho fotografati in tutto e per tutto come se fossero delle persone. 
Ho modificato le luci, ho usato degli sfondi per isolare i visi dal contorno e ho visto questi volti mutare e prendere vita. Sono tornata a fotografarli tante e tante volte, per vedere come cambiavano con la luce accesa oppure con la luce naturale e, alla fine, usando una lampada a led schermata per essere più libera di decidere io quale fosse l'illuminazione più idonea a raccontare la loro storia.
Questo è il risultato che dovrebbe diventare un libro.